giovedì 30 aprile 2020

STEP#12 bis: Torri comunicative medievali



Il Torrione di Forio, la più antica torre costiera dell'isola d'Ischia
Torre di Capo Rama, Terrasini (Palermo)



Il passo proposto della Divina Commedia di Dante, tratto dal capitolo VIII dell'Inferno, ci introduce alla seconda parte dello step 12 (vedi prima parte qui).
Una nuova fase delle telecomunicazioni nel mondo medievale la si ebbe con la nascita dei Comuni (fine delle XI secolo). Questo fatto forzò l'autorità della città, che controllando anche i territori circostanti le propria mura, necessitava sempre più di validi ed efficienti sistemi di comunicazione.

Si assistette dunque alla diffusione di congegni, che vennero collocati sugli edifici e sulle costruzioni più alte della città, come le torri, con i quali fu possibile per ciascun contado della comune ricevere e trasmettere notizie in tempi rapidi. Le nuove tecnologie facevano ancora affidamento però sui metodi del periodo antico: i messaggi erano sempre veicolati con l'ausilio del fuoco.
Per portare un esempio della centralità delle torri, come stazioni della comunicazione o "stazioni di posta", osserviamo qual era la situazione nell'epoca tardo-medievale e all'inizio del periodo moderno nelle coste italiane. Le torri costruite nel Meridione avevano una struttura tale che consentiva di ospitare i combattenti armati e, allo stesso tempo, su un piano più alto dotato di specifiche apparecchiature, di accendere i fuochi per inviare i segnali alle torri adiacenti.

L'introduzione delle armi da fuoco, il quale è presente in molte applicazioni tecnologiche, oltre a rivoluzionare il modo di combattere dei soldati, generò anche un innovativo strumento di comunicazione; questo a prova del legame tra telecomunicazioni e attività militare nell'età medievale. Infatti gli spari dei fucili, se avvenivano in modo cadenzato ed erano combinati con altri segnali luminosi, potevano servire per comunicare in fase di combattimento.


Fonti e web links per approfondire:
https://www.caffarella.it/SitoMario/storarc/torrmed.htm
https://www.academia.edu/7049931/_Torri_di_fuoco_e_colonne_di_fumo._Antichi_sistemi_di_segnalazione_militare_in_uso_anche_in_Trentino_in_El_Campan%C3%B2_de_San_Giuseppe_2013_pp._8-11
http://www.ipssarvieste.edu.it/mattinate-fai-dinverno-le-torri-costiere-sentinelle-del-sud-italia/

STEP#12: Telecomunicazione sonora nel Medioevo


Cosa indagheremo nello step odierno di telecomunicare?
Esploreremo la storia medievale e i primi secoli di quella moderna per cercare delle presenze della nostra azione e indicarne le applicazioni nella tecnologia del tempo.

Campanile medievale
della basilica di Santa Pudenziana a Roma

Campanile medievale
della chiesa di San Benedetto in Piscinula a Roma




















In aggiunta alle comunicazioni con fuoco e fumo ereditate dall'età antica, nel periodo conosciuto come Alto Medioevo si affermò un nuovo modo di telecomunicare, basato sul suono, in seguito alla nascita della campana.
L'importanza del nuovo strumento dipendeva dall'estesa diffusione dei campanili nelle comunità in quel momento storico, se si pensa alla centralità assunta dalla chiese e dal Cristianesimo in tutto il Medioevo. Utilizzate comunque quasi unicamente per trasmettere a distanza un segnale di pericolo, permisero la realizzazione di strumenti di più piccole dimensioni ma con la stessa funzione, utili per le comunicazioni a brevi distanze.


Carroccio fiorentino con la martinella,
tratto da una miniatura della "Cronica Nuova" di Giovanni Villani
Martinella del Carroccio usato
nella battaglia di Montaperti (Siena) del 1920
















Lo sviluppo di nuovi strumenti come trasmettitori vide anche un grande impiego nell'attività militare, nelle quale vi era la necessità di comunicare ordini alle truppe che fossero udibili anche a quelle nelle file secondarie. Ma anche le truppe stesse potevano passarsi informazioni tramite alcuni dispositivi di trasmissione.
Era abitudine dei fiorentini durante l'età comunale quella usare i rintocchi di una campana, la "martinella", sull'arco della Porta di Santa Maria per avvisare i cittadini dell'imminenza di una guerra. La martinella veniva poi posta sul carroccio, il carro a quattro ruote che portava i colori della città, e fatta suonare per dare segnali ai combattenti e incitarli durante lo scontro.

Potremo descrivere tutte le applicazioni della campana nel Medioevo, ma visto il notevole numero troviamo più utile rimandare direttamente alla pagine indicate.


Fonti e web links per approfondire:
http://historiemedievali.blogspot.com/2017/03/le-campane-elemento-fondamentale-della.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Campana
https://it.wikipedia.org/wiki/Carroccio
http://www.larassegnadischia.it/Gli%20anni/testi-articoli/anni99-2000/trasmissioni.html

sabato 25 aprile 2020

Gli annunci radiofonici del 25 aprile


Oggi, 25 aprile, si celebra il 75esimo anniversario della Liberazione Italiana, la conclusione di un'atroce sofferenza per il popolo italiano, quella della Seconda Guerra Mondiale.
Con il nostro blog cercheremo di dare la giusta importanza a questa ricorrenza attraverso un approfondimento, che spiegherà quale ruolo ha avuto la tematica in nostro esame con il fatto storico.

E non si è trattato certo di un ruolo secondario: le radio ad esempio furono il canale principale, per mezzo di cui la gente la gente poteva ascoltare i discorsi della classe dirigente in tempo di guerra.
Con un messaggio radiofonico, andato in diretta la mattina del 25 aprile 1945 su Radio Milano, il comandante partigiano e membro del Comitato di Liberazione Nazionale Sandro Pertini (che negli anni successivi sarà anche eletto presidente della Repubblica Italiana) proclamò l'insurrezione generale contro i tedeschi. L'annuncio è riportato di seguito:



Il discorso di Sandro Pertini al popolo. Milano, 25 aprile 1945


Ma l'annuncio di Pertini non fu l'unica radiocomunicazione di quella giornata. A Busto Arsizio nell'Alto milanese avvenne una vicenda probabilmente meno nota, ma a cui vogliamo dare ugualmente spazio.
Il raggruppamento cattolico dei partigiani di quella zona alle ore 22 del 25 aprile diffuse sull'emittente Radio Busto il seguente messaggio:


https://www.varesenews.it/2020/04/radio-busto-annuncia-litalia-libera/922993/

Insomma abbiamo visto che tra 25 aprile e radio c'è una relazione stretta legata a personaggi, luoghi, eventi e situazioni che hanno segnato un momento storico difficile per la nostra nazione come quello del conflitto mondiale.
Ancora prima di questa data la radio e anche la televisione venivano già utilizzate nel periodo dello scontro; ma purtroppo si trattava di strumenti asserviti al potere, che era il proprietario degli enti di telecomunicazione e quindi decideva quali messaggi potevano essere trasmessi e quali no.


Fonti e web links per approfondire: 
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/25-aprile-liberazione-Sandro-Pertini-460c51e8-d6af-4e63-8d4f-da2e4a85093d.html
https://www.globalist.it/news/2018/04/24/25-aprile-1945-quando-la-voce-di-sandro-pertini-chiamo-alla-rivolta-2023232.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Arrendersi_o_perire!
https://www.varesenews.it/2020/04/radio-busto-annuncia-litalia-libera/922993/

lunedì 20 aprile 2020

Classe virtuale, il mezzo per la tele-didattica


L'evoluzione tecnologica che ha investito l'epoca in cui viviamo ha mostrato i suoi effetti anche nel mondo dell'istruzione: scuole e università hanno adottato metodi per la didattica che fanno uso dei servizi offerti dagli strumenti digitali, in particolare vedremo di quelli telecomunicativi.

Uno di questi strumenti a disposizione di studenti e docenti per l'istruzione sono le così dette "classi virtuali". Di esse abbiamo già accennato nel nostro blog, quando abbiamo approfondito il tema dei servizi informatici che consentono di proseguire la didattica da casa propria (a distanza) in periodo di pandemia.
La virtual classroom esisteva già però prima dell'emergenza che ne ha incentivato l'uso. Da qualche anno infatti diverse piattaforme online hanno messo a disposizione questo servizio nelle loro funzionalità, ad esempio per le scuole secondarie i portali web delle case editrici dei libri di testo.


Il servizio virtual classroom messo a disposizione dal Politecnico di Torino ai suoi studenti per la teledidattica

Il vantaggio offerto è quello di poter creare appunto gruppi classe virtuali, ai quali i vari studenti, dopo essersi iscritti alla piattaforma, possono essere aggiunti.
Attraverso il canale della virtual classroom è possibile condividere materiali (files e video) e mantenere anche una telecomunicazione con messaggi scambiati in un forum dell'aula virtuale. Forum che ovviamente è aperto a tutti i partecipanti della classe, proprio come quando ci si trova in un'aula di scuola. Insomma la distanza fisica tra docenti e studenti viene annullata.
Un esempio di servizio di virtual classroom è quello di Google, che ha diffuso un'app specifica, scaricabile anche sui sistemi android e quindi di uso molto agevole e funzionale.

Le classi virtuali si sono innovate rispetto alla loro forma iniziale e oggi con questo termine intendiamo proprio la tele-lezione che viene fruita da ciascuno studente in remoto, nello stesso esatto momento in cui il professore telecomunicando con loro spiega la lezione. In questo modo viene riprodotta esattamente la situazione che si verifica con una lezione normale in presenza.
Questa nuova modalità della tele-didattica svolta attraverso lo strumento virtual classroom rappresenta un grosso passo in avanti nell'insegnamento, dovuto all'innovazione digitale.

domenica 19 aprile 2020

STEP#11: L'impegno delle TLC nella pandemia



L'immagine introduttiva del nuovo step che tratteremo mostra la mano di una persona, che indossa un guanto di lattice, tenere uno smartphone sul cui schermo è raffigurato il virus, causa della pandemia sviluppatasi in Cina e che sta interessando tutto il mondo.

Telecomunicare ai tempi del Covid-19 è un'azione di cui non si può fare a meno. L'isolamento forzato e la distanza da mantenere con le altre persone incentiva infatti l'utilizzo degli strumenti digitali per la comunicazione. 
Per i questo motivo gli operatori delle telecomunicazioni si sono offerti di agevolare i loro clienti, che siamo tutti noi, con alcuni servizi.
Ma quali sono le soluzioni che essi propongono? 
Questa è proprio la domanda a cui vuole rispondere l'articolo web presentato di helpconsumatori.it.


L'articolo approfondisce prima il tema dei servizi offerti dalle compagnie di telefonia, servizi erogati gratuitamente come si legge, e poi quello dei supporti forniti per la didattica online.
Questo secondo punto su cui si sofferma l'autrice dell'articolo riveste un'importanza considerevole, se pensiamo a quanti studenti in tutto il mondo al momento non possono frequentare le strutture scolastiche e universitarie in presenza. Insieme alla didattica a distanza viene erogato anche un altro servizio primario, lo smart working, che offre ai lavoratori la possibilità di continuare a svolgere la propria professione direttamente dal proprio domicilio in modalità digitale.




Concludiamo la pubblicazione ricercando però quelli che possono essere gli effetti negativi generati da un uso eccessivo delle apparecchiature digitali.
Quali sono? La nostra vista può risentire di un contatto prolungato con gli schermi luminosi ed è quindi necessario adottare alcune contromisure che sono indicate nel seguente articolo.
Inoltre inevitabilmente, come leggiamo nel sito web tecnoandroid.it, in stato di pandemia il tempo trascorso sullo schermo è cresciuto in modo notevole, riportando in luce il problema legato alla "dipendenza da smartphone".

venerdì 17 aprile 2020

STEP#10: Un thriller per il telecomunicare



Scena tratta dal film "Midnight Lace" (1960)


Il breve filmato che abbiamo riportato sopra è l'elemento da cui iniziamo questo approfondimento del blog e presenta una scena del film thriller "Midnight Lace" ("Merletto di mezzanotte") del 1960, diretto dal regista statunitense David Miller.
Non ci concentriamo tanto sulla trama del film, quanto sul perché l'azione telecomunicativa sia centrale nelle vicende raccontate in esso. 

Si tratta probabilmente di una delle scene più significative di tutto il film, quella in cui la protagonista Kit Preston riceve una telefonata da un uomo, dalla quale rimane sconvolta. A questa seguiranno altre telefonate nella storia; tutte provengono da un maniaco che già aveva minacciato di voler uccidere Kit.
L'intero sviluppo delle vicende verterà intorno alle intimidazioni dell'uomo nei confronti della donna e alla ricerca dell'identità del cattivo. Quest'ultimo si rivelerà solo alla fine del film, fino a quel momento continuerà a comunicare con lei a distanza, attraverso lo strumento del telefono.

La presenza nel thriller del tema del telecomunicare ci dà l'idea dell'importanza assunta dall'azione, investigata nel blog, già a metà del secolo scorso, se teniamo a mente l'anno di uscita dell'opera.
Inoltre nella situazione descritta il telefono non è solamente un canale attraverso cui due soggetti si tengono in contatto, ma diventa l'arma in mano al personaggio negativo per colpire quello positivo. Le minacce che avvengono come telecomunicazione risultano ancora più angoscianti per la protagonista, che non può vedere il suo persecutore, ma lo percepisce continuamente vicino a sé come una presenza inquietante.

martedì 14 aprile 2020

Lo sport delle radio-comunicazioni



Team radio di Fernando Alonso (Ferrari), GP Germania 2012
(https://www.youtube.com/watch?v=AlA-M-cRm68)


La radio, inteso come mezzo con cui avviene la trasmissione di contenuti sonori, è conosciuta da tutti; quelle che sono meno note sono invece le sue numerose applicazioni.
Una di queste, magari del tutto ignota ad alcuni, è il suo utilizzo nelle radio-comunicazioni che avvengono nella competizione automobilistica per eccellenza, la Formula 1.
I "team radio", questo è il loro nome oggi, sono dei collegamenti via radio, che consentono uno scambio di informazioni a distanza tra ingegnere e pilota, mentre quest'ultimo è impegnato a pilotare il veicolo durante la corsa.

Inizialmente le comunicazioni radio nella Formula 1 nacquero con l'intento di permettere al pilota, nel momento in cui si fermava ai box, di aggiornare i tecnici circa le condizioni e lo stato della vettura. Successivamente si sono trasformati in uno strumento utile alla trasmissione di dati da parte degli ingegneri della squadra ai piloti al volante. E infine nella loro evoluzione più moderna hanno assunto un ruolo chiave nello sviluppo delle strategie di gara durante un gran premio.
Per approfondire la storia della radio-comunicazione nel mondo della Formula 1 suggeriamo di dare uno sguardo all'interessante articolo di automoto.it.


La loro importanza in questo sport è cresciuta a tal punto nel corso degli anni che queste hanno iniziato ad essere riprodotte dalle tv che trasmettevano la corsa sugli schermi, come dichiarato anche nell'articolo. Gli appassionati hanno potuto così iniziare ad ascoltare le eccitanti telecomunicazioni tra pilota e squadra.
Oltre al loro lato più tecnico i team radio ne possiedono anche uno più umano: infatti costituiscono il canale attraverso cui il pilota, al termine di un gran premio, esterna la sue emozioni e si congratula vicendevolmente con la squadra.
Tra gli oggetti dell'azione tele-comunicativa ci sono anche le emozioni, per riprendere un concetto che abbiamo già espresso in precedenti pubblicazioni del blog.

Non deve sorprenderci scoprire questo esempio di telecomunicazione nella Formula 1. Essa è probabilmente una delle competizione sportive che maggiormente si fonda sulle innovazione tecnologica e diventa anche campo nel quale si acquisiscono e si sperimentano nuove conoscenze nel settore automobilistico.

venerdì 10 aprile 2020

STEP#09: Il verbo raffigurato nell'arte


"Oh, Jeff... I Love You, Too... But...", Roy Fox Lichtenstein, 1964.
121,9cm x 121,9cm. Collezione privata: Stefan T. Edlis Collection




"Ohhh... Alright...", Roy Fox Lichtenstein, 1964.
91,4cm x 96,5cm. Guggenheim Museum



















Le arti figurative, allo stesso modo della letteratura narrativa e della poesia, spesso esprimono l'immaginario collettivo di una società. Esse hanno conosciuto quindi dei periodi diversi, a seconda delle tematiche rappresentate e delle tecniche stilistiche utilizzate.

Uno dei periodi più moderni, nato intorno agli anni 60', è la Pop Art. Le immagini che abbiamo scelto per rispondere allo scopo che ci siamo prefissati in questo nuovo step, ovvero ricercare una traccia dell'azione tele-comunicativa nelle arti figurative, sono proprio due dipinti di uno dei massimi esponenti di questo movimento, Roy Lichtenstein. Proponiamo "Ohhh... Alright..." e "Oh, Jeff... I Love you Too... But...", entrambi realizzati nel 1964.
In queste due raffigurazioni, che ritraggono due donne che stanno parlando con la cornetta del telefono, l'idea del telecomunicare è centrale.
Nel dipinto a destra addirittura il telefono diventa lo strumento con cui la donna comunica i propri sentimenti all'uomo che dà il nome all'opera, Jeff. Abbiamo già visto come telecomunicare vuol dire trasmettere emozioni, oltreché suoni e parole (STEP#05).

I due ritratti sono esemplificativi della nostra azione e dell'obiettivo che si proponeva la Pop Art, che era un'arte rivolta alla massa e i cui artisti si ispiravano agli oggetti della quotidianità, come appunto il telefono, che insieme agli altri mezzi del telecomunicare era nella sua fase di pieno sviluppo tecnologico.


Fonti e web links per approfondire:
https://en.wikipedia.org/wiki/Ohhh...Alright...
https://en.wikipedia.org/wiki/Oh,_Jeff...I_Love_You,_Too...But...

giovedì 9 aprile 2020

STEP#08: Tecniche telecomunicative nell'antichità


Raffigurazione della forma di comunicazione usata
dagli antichi Greci e dai Romani: l'accensione di fuochi


Immagine di una torre o stazione di fumo,
utilizzata come canale per la comunicazione a distanza nel mondo greco


STEP#08: Tecniche telecomunicative nell'antichità


Con questo nuovo post del nostro blog ci occuperemo di indicare le presenze dell'azione del telecomunicare nella storia tecnologica e specificatamente ci interesseremo del mondo antico. Chiaramente occorre puntualizzare che l'azione non poteva già esistere con il suo significato odierno: i canali attraverso cui avveniva la comunicazione non potevano essere quelli di oggi, per l'ovvio motivo che ci riferiamo ad un'era tecnologica completamente diversa, nella quale gli strumenti moderni ancora non erano stati concepiti.

In aggiunta alla comunicazione svolta dai messaggeri con papiri o pergamene, ci si serviva di tecniche tele-comunicative differenti, che oggi forse non chiameremo più tali, visto appunto la definizione moderna del termine, ma che soddisfacevano la necessità di trasmettere delle informazioni a distanza.
Presso i Greci ad esempio, era frequente l'utilizzo di vele o bandierine di determinati colori che venivano issate per trasmettere messaggi prestabiliti associati a quei colori. Sempre i Greci furono i precursori di un sistema di comunicazione assai efficiente e molto usato nel Medioevo, basato sull'emissione di segnali con fumo e fuochi, visibili anche da posti molto distanti tra loro. Questo tipo di indicazioni, utili soprattutto di notte ma anche di giorno, venivano fatte regolando sapientemente l'intensità della fiamma.
Si trattava di tecniche certamente rudimentali, ma che ispirarono anche altri popoli, quali i Mosenici: i segnali che inviavano lungo il loro apparato di torri lignee avevano lo scopo di avvisare dell'arrivo di una carovana nemica e quindi fungevano come avvertimento di un pericolo imminente.

La rete telecomunicativa realizzata collegando una grande quantità di torri, poste a un'idonea distanza le une dalle altre, che ricevano un messaggio e lo inoltravano alla successiva, ebbe un ruolo importante non solo nel mondo greco ma anche in quello romano. Le torri trasmittenti erano protette da un sistema difensivo costituito da robuste palizzate. La diffusione sul territorio imperiale di questo ingegnoso mezzo di propagazione divenne estesa in età Augustea. Roma infatti avvertiva il bisogno di impiantare un efficace servizio per mettere in comunicazione l'Urbe con le sue tante province e la soluzione fornita da questo sistema comunicativo fu loro di grande utilità.

Come ausilio per i messaggi e le comunicazioni nell'attività militare invece le forze dell'impero ricorrevano ad un mezzo ancora diverso, questa volta acustico, che veniva utilizzato per diffondere gli ordini alle legioni dell'apparato militare durante le marce o le battaglie. Ci riferiamo alla tuba, che può essere considerata una primordiale tromba.


Fonti e web links per approfondire: 
http://www.larassegnadischia.it/Gli%20anni/testi-articoli/anni99-2000/trasmissioni.html
https://win.dariocopellino.com/workcase/sid/lab2000/contributi_scuole/salerno2/telecomunicazioni/index.html#:~:text=Nell'antichit%C3%A0%20furono%20per%20lungo,o%20da%20colonne%20di%20fumo.

lunedì 6 aprile 2020

STEP#07: L'azione nei versi poetici


Poesia "Telefono", tratta dalla raccolta "Alle sorgenti" (pubblicata nel 1906) di G. Bertacchi
(https://archive.org/stream/allesorgenti00bert/allesorgenti00bert_djvu.txt)


Dopo esserci immersi nella narrativa con lo STEP#06 nella pubblicazione odierna l'obiettivo è d'indagare la presenza del verbo telecomunicativo all'interno di un'opera in versi, quindi di un testo poetico.
La scelta è ricaduta su un componimento della raccolta di liriche "Alle sorgenti" del poeta italiano Giovanni Bertacchi, conoscitore di Pascoli e critico letterario tra gli altri di Dante, Leopardi e Manzoni. La poesia che proponiamo è intitolata "Telefono" e nei suoi versi troviamo frasi e immagini (la poesia in generale è ricca di immagini e simboli) che sono particolarmente espressive del concetto rappresentato dal nostro verbo.

Nella prima quartina l'io lirico dice di non vedere la persona che sta rispondendo al telefono all'uomo che si trova con lui, né di sentirla ("parla con Uno che per me tace").
Nella strofa successiva viene usata l'immagine di un tenue filo, che è sufficiente a chi resta immobile per superare una grande distanza e comunicare con un altro soggetto. Potremmo quasi dire che nei versi 5-6 è presente la definizione del nostro telecomunicare!

Infine nei versi finali l'io poetico chiede che gli sia dato questo filo, "il tenue tramite che giunga al lontano", ovvero il collegamento (rappresentato dal telefono) che consenta anche ad egli di svolgere l'azione esaminata.
Il poeta è molto abile a giocare con le parole: "lontano" nel verso conclusivo diventa un'entità personificata ed è scritto con l'iniziale maiuscola per questo motivo; e ciò mette ulteriormente in evidenza il concetto di lontananza e distanza ("tele") tra i due soggetti che stanno comunicando.

venerdì 3 aprile 2020

STEP#06: Una telecomunicazione nella narrativa



Copertina di "Favole al telefono",  G. Rodari,
Einaudi, 1962
Incipit di "Favole al telefono"































Telecomunicare, attraverso un qualunque dispositivo elettronico, oramai è diventata un'azione che svolgiamo ogni giorno. Pensiamo al telefono ad esempio, per mezzo del quale oggi ci scambiamo messaggi e tramite cui riceviamo migliaia d'informazioni dal web.
Come ben sappiamo però la funzione originaria per cui nacque il telefono, e presente nei primi modelli nati a fine 1800, è sempre stata quella di consentire la comunicazione vocale tra due soggetti distanti fisicamente tra loro.

Nell'opera "Favole al telefono" (riportata sopra con l'immagine di copertina) di Gianni Rodari abbiamo un esempio di come l'azione svolta da questo noto mezzo di telecomunicazione sia riuscita a ritagliarsi una sua presenza all'interno della letteratura, in particolare della narrativa.
Queste sono alcune frasi significative dall'incipit del libro (che è presentato integralmente affianco alla copertina), in cui viene espresso il concetto del nostro verbo: <<Così ogni sera, dovunque si trovasse, alle nove in punto il ragionier Bianchi chiamava al telefono Varese e raccontava una storia alla sua bambina...>>, <<...Il ragioniere pagava il telefono di tasca sua, non poteva mica fare telefonate troppo lunghe>>.

Il ragioniere, che deve stare lontano da casa e dalla sua piccola figlia per lavoro, si mantiene in contatto con lei tramite le telefonate e la sera le racconta puntualmente le fiabe. 
Nella situazione della storia quindi osserviamo come l'uso che viene fatto dal telefono è quello che abbiamo descritto sopra, ovvero come strumento per avere una conversazione a voce.
Inoltre dal racconto del narratore veniamo a sapere che effettuare una chiamata utilizzando le cabine telefoniche richiedeva il pagamento di una tariffa, il cui valore dipendeva direttamente dalla durata della chiamata stessa. La telecomunicazione, intesa come azione, svolta attraverso il telefono pubblico aveva un suo costo economico (così come noi oggi paghiamo una tariffa al nostro operatore telefonico), ma indubbiamente era ed è di enorme utilità per la vita delle persone.